I minatori di Bitcoin (BTCUSD) negli Stati Uniti possono ora tirare un sospiro di sollievo poiché una proposta di tassazione del mining non è stata inclusa nella legge per aumentare il tetto del debito degli Stati Uniti, che si prevede di passare. La proposta di Digital Assets Mining Energy (DAME) prevedeva di imporre una tassa ai minatori in base a una percentuale del costo dell’elettricità che avevano sostenuto per il mining. Tuttavia, la controversa tassa era stata criticata per il potenziale aumento delle emissioni globali e la spinta dei minatori verso paesi con maggiori tassi di emissioni.
La notizia è emersa quando Pierre Rochard, Vice Presidente della Ricerca presso il Bitcoin miner Riot Platforms, ha notato che il progetto di legge proposto non menzionava la tassa DAME. Il rappresentante Warren Davidson ha riconosciuto questo come una vittoria. Mentre alcuni consideravano la proposta “morta”, altri, come il co-fondatore di Coin Metrics Nic Carter, hanno suggerito che fosse solo temporaneamente sconfitta e potrebbe riemergere in futuri progetti di legge. Tuttavia, passare un simile progetto di legge onnibus sembra improbabile considerando l’opposizione del partito repubblicano, che attualmente controlla la Camera.
La senatrice Cynthia Lummis ha assicurato ai telespettatori durante una conversazione al camino che la tassa DAME non si sarebbe verificata e ha sottolineato l’importanza di mantenere le aziende di mining di Bitcoin negli Stati Uniti per la sicurezza nazionale e la stabilità energetica. Sebbene la Casa Bianca non abbia risposto alle domande sulle proprie intenzioni riguardo alla tassa DAME, il CEO di Marathon Digital Holdings, Fred Thiel, ha espresso preoccupazioni sul fatto che l’amministrazione Biden potrebbe continuare a opporsi al settore crittografico attraverso altre misure.
Thiel ha sostenuto che l’atteggiamento anti-crittografia del governo degli Stati Uniti, compresa la scoraggiante collaborazione delle banche con le aziende crittografiche, potrebbe portare le aziende a preferire regioni con politiche chiare e favorevoli alle crittografia rispetto agli Stati Uniti, dove le regolamentazioni non sono chiare e la competitività potrebbe essere ostacolata. In risposta a tali incertezze, Marathon Digital Holdings ha già iniziato a diversificare le sue operazioni di mining stabilendo strutture ad Abu Dhabi, che ha regolamentazioni pro-mercato per attirare investimenti legati alle criptovalute.
Cos’è la controversa tassa sul mining di Bitcoin di Biden?
L’amministrazione Biden ha proposto una controversa tassa sul mining di Bitcoin nel marzo 2022. La tassa, chiamata tassa di Digital Assets Mining Energy (DAME), avrebbe addebitato ai minatori di criptovalute una tassa pari al 10% del costo dell’elettricità che hanno utilizzato per il mining nel 2024, prima di scalare fino al 30% nel 2026.
La tassa è stata accolta con una vasta critica dell’industria crittografica, che ha sostenuto che sarebbe stata ingiusta e avrebbe soffocato l’innovazione nel settore. L’industria ha anche sostenuto che la tassa sarebbe stata inefficace, poiché i minatori avrebbero potuto spostare semplicemente le loro operazioni in paesi con costi energetici più bassi.
Nel mese di aprile 2022, l’amministrazione Biden ha annunciato di voler posticipare l’attuazione della tassa DAME. L’amministrazione ha dichiarato che stava ancora lavorando ai dettagli della tassa e che voleva essere sicura che fosse equa ed efficace.
Non è ancora chiaro se la tassa DAME verrà implementata in futuro. L’amministrazione Biden non ha fatto ulteriori annunci sulla tassa.
La tassa DAME è solo un esempio dell’incremento della sorveglianza regolamentare che l’industria crittografica sta affrontando. Negli ultimi anni, i governi di tutto il mondo hanno esaminato più attentamente le criptovalute e la tecnologia blockchain. Alcuni governi hanno supportato l’industria, mentre altri sono stati più cauti.
Il quadro regolamentare per le criptovalute è ancora in evoluzione. Resta da vedere come la tassa DAME o qualsiasi altra eventuale regolamentazione, impatteranno sull’industria.